Ain Karem: diventare testimoni dell'amore per Gesù

10 settembre 2016

Di ritorno da questo bel pellegrinaggio... facciamo tesoro di quanto visto e vissuto: diventiamo testimoni del nostro amore per Gesù e per la Terra Santa!

Alcune delle foto della settimanta...!

Ain Karem: questo luogo ha una grande importanza simbolica: ogni pellegrino al termine del viaggio è chiamato ad essere testimone e voce del Messia, come il Battista.

Luca 1, 39-55

39 In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. 
40 Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41 Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo 42 ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43 A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? 44 Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. 45 E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore».

46 Allora Maria disse: «L'anima mia magnifica il Signore
47 e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
48 perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
49 Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome:
50 di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. 
51 Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
52 ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;
53 ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi.
54 Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia,
55 come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre».

 

In mattinata facciamo visita alla località di Ain Karem dove si trova la memoria dell’incontro di Maria con Elisabetta e la chiesa di San Giovanni.

Poi con il volo di rientro portiamo a termine questo bel pellegrinaggio!

Grazie a tutti!

Pace e bene!

p. Adriano


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La Via Dolorosa e Emmaus-Abu Gosh

9 settembre 2016


Oggi percorriamo a piedi la Via "Dolorosa", via percorsa da Gesù per la nostra salvezza.

Dalla Porta dei Leoni, attraversiamo il quartiere arabo e visita alla chiesa di S. Anna, ultimo esempio di chiesa crociata molto ben conservata e la vicina piscina probatica (del brano evangelico del paralitico). 

Da qui iniziamo il percorso della “Via Crucis di Gesù” partendo dalla Chiesa della Flagellazione e poi il Litostroto; le varie stazioni, con le cappelle della 5^ (Simone di Cirene), la 6^ (dedicata all'incontro con la Veronica) e la 9° (dove si trova il patriarcato copto). Il nostro percorso si conclude, come per Gesù, al Calvario, al Santo Sepolcro... VUOTO!

Il pomeriggio è invece dedicato alla località di Emmaus-Abu Gosh: è un villaggio arabo/cristiano, luogo affascinante e pittoresco. La prima fondazione risale ad oltre 6.000 anni fa, nel periodo biblico il suo nome era Kiryat Ye’arim, ed era un centro cerimoniale dove venne collocata l’Arca dell’Alleanza. Nell'era Bizantina, 1.500 anni fa, a Kyriat Ye’arim, considerato un luogo sacro, fu edificata una chiesa.
Durante il periodo delle Crociate, il villaggio venne identificato con Emmaus, il luogo in cui Gesù si sarebbe rivelato dopo la resurrezione, e vi fu costruito un monastero benedettino che, tuttora visitabile, è uno degli edifici più belli rimasti intatti dopo le Crociate, con un giardino ben curato e ricco di antichi alberi, decorato con imponenti affreschi e da una fontana.

Nel punto più alto del villaggio sorge la chiesa di Nostra Signora dell’Arca dell’Alleanza (1924) con una bellissima vista sulle Colline di Gerusalemme. 

Ma in Israele Abu Gosh è anche il sinonimo di “hummus”, prodotto tipico della cucina araba. Non l’hummus che potreste trovare anche in città, ma una deliziosa e meravigliosa composta servita in una varietà di maniere differenti e decorazioni speziate. Recentemente Abu Gosh ha ricevuto il titolo di “centro dell’hummus”.


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Gerusalemme

8 settembre 2016


Pace e bene!

Abbiamo lasciato Betlemme per raggiungere GerusalemmeLa nostra prima visita è diretta al Monte Moria e al Muro della preghiera, il Kothel, luogo simbolo della religione ebraica, memoria dell'antico Tempio di Gerusalemme.

A piedi raggiungiamo il Monte Sion per la visita al Cenacolo, al Cenacolino francescano, alla Basilica della Dormizione di Maria e alla Chiesa del Gallicantu, che fa memoria del tradimento di Pietro.

Nel pomeriggio: Monte degli Ulivi. Gesù vi si ritira a pregare dopo l'ultima cena con i 12 e prima della passione.
Raggiungiamo Betfage con sosta al Pater Noster e al Dominus Flevit dove si ricorda il lamento di Gesù sulla città e infine la basilica del Getzemani.

Se riusciamo alla sera prima visita veloce al Santo Sepolcro.


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Al fiume Giordano e a Qumran

7 settembre 2016

Oggi siamo tornati sul fiume Giordano. Facciamo ricordo del nostro battesimo.

Messa nel deserto con vista monastero di Wadi el Queilt.
Scavato nelal roccia, su una rupe nel mezzo del deserto di Giuda, si trova il monastero greco ortodosso di San Giorgio, costruito più di 1500 anni fa. Quello di San Giorgio in Koziba è uno dei più antichi monasteri che fiorirono nel deserto, dando origine a una fiorente vita monastica.

Visita poi al sito archeologico di Qumran.
Qumran è un sito di una antica comunità essena fino al 68 d.C., periodo in cui viene distrutto. La storia racconta che nel 1947 un pastore alla ricerca di una sua pecora che aveva smarrito, vedendo delle grotte gettò un sasso pensando fosse là. Ma il lancio colpì un anfora che si ruppe. Vennero così portati alla luce altri vasi contenenti dei manoscritti. Gli studi successivi riveleranno che si tratta di trascrizioni di brani dell'Antico Testamento.


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Fiume Giordano e Betlemme

6 settembre 2016


La giornata odierna è dedicata al fiume Giordano, con visita il sito archeologico di Beit She'an nella valle del Giordano, ai piedi dei Monti Gelboa:
l'imponente Tell al-Hosn rappresenta il primitivo sito, in mezzo a una zona ricca di vegetazione e diversi corsi d'acqua. Nel Talmud si trova: "Se il paradiso si trova in Palestina, la porta è in Beit She'an!"
Gli scavi eseguiti tra il 1921 e il 1933 hanno portato alla luce resti della sovranità egizia: oltre al sito del Tempio di Tutmosis III anche la fortezza costruita da Amenophis. Inoltre del periodo successivo l'anfiteatro, l'ippodromo, diverse chiese e monasteri.

LE FOTO DI OGGI: Beit She'an e Betlemme

Raggiungiamo Betlemme e dopo pranzo visita alla Basilica della Natività, alla chiesa di Santa Caterina e alle grotte sotterranee; infine il campo dei pastori.

- Basilica della Natività: ricordo degli avvenimenti della nascita di Gesù nei luoghi dove questi sono avvenuti: il luogo della nascita, della mangiatoia, la grotta di Giuseppe. Questi, per tradizione tramandata nel corso di questi due millenni, sono luoghi da sempre visitati e venerati come luoghi santi. 

Campo dei pastori: ricorda l'annuncio di gloria fatto dagli angeli: "troverete un bambino avvolte in fasce che giace in una mangiatoia". Da prima titubanti, poi fiduciosi e infine felici dell'incontro.
"L'incontro con Gesù deve cambiarci, e nella gioia testimoniare quanto abbiamo vissuto!"

Nella pienezza del tempo (Gal 4,4), quando tutto era disposto secondo il suo piano di salvezza, Egli mandò suo Figlio nato dalla Vergine Maria per rivelare a noi in modo definito il suo amore. Chi vedo Lui vede il Padre (Gv 14,9). Gesù da Nazareth con la sua parola, con i suoi gesti e con tutta la sua personalità rivela la misericordia di Dio (N.1, Misericordiae Vultus).

 


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