Canonizzazione dei Martiri di Damasco

21/10/2024

Ieri 20 ottobre, in Roma, il Santo Padre ha canonizzato nuovi Santi tra cui i Martiri di Damasco. Sono un gruppo di undici tra missionari francescani e fedeli laici della Chiesa maronita uccisi dai drusi a Damasco nel luglio 1860.

Il loro martirio si colloca nel contesto della persecuzione contro i cristiani ad opera dei Drusi sciiti; dal Libano si erano allargati fino alla Siria e provocaeono migliaia di vittime. Nella notte fra il 9 e il 10 luglio 1860,

un commando druso entrò nel convento francescano nel quartiere cristiano di Bab-Touma, e massacrò otto frati - Manuel Ruiz, Carmelo Bolta, Nicanor Ascanio, Nicolás M. Alberca y Torres, Pedro Soler, Engelbert Kolland, Francisco Pinazo Peñalver y Juan Jacobo Fernández - e tre cristiani di rito maronita, i tre fratelli Francesco, Abdel Mooti e Raffaele Massabki. Si trattò con chiarezza di martirio: alle undici vittime, infatti, prima di ucciderle, gli aggressori chiesero di rinunciare alla fede cristiana e abbracciare l’islam, invito rifiutato decisamente.

La Chiesa maronita è l'unica Chiesa cattolica d'oriente, insignita del titolo patriarcale, rimasta sempre in comunione con la Santa Sede. Riti e liturgia derivano dalla tradizione di Antiochia e la lingua liturgica tuttora adottata accanto a quella araba è il siriaco. Il titolo «Mar» significa “santo” in aramaico. I patriarchi maroniti portano come secondo nome «Boutros», in riferimento a San Pietro, fondatore della Chiesa di Antiochia.

La notizia della canonizzazione è stata vissuta con trepidazione a Damasco, accolta con “commozione e speranza” - racconta fra Firas Lufti - frate della Custodia di Terra Santa, guardiano del convento francescano di Bab-Touma, dove è avvenuto il martirio e dove si conservano le reliquie dei beati. “Questa notizia - dice fra Firas - arriva in un momento in cui tutto il Medio Oriente, compresa la Siria, vive momenti di dramma e di conflitto, di guerre e di crisi. La santità è la speranza di un mondo nuovo. Malgrado gli orrori del peccato che l’uomo è capace di scrivere, la storia la scrive Dio, che è il Signore della storia, insieme ai suoi santi”.