Pellegrinaggio: Corinto e Micene
06 ottobre 2019
Corinto della Grecia antica monopolizzava i traffici marittimi tra i golfi di Corinto e Salonico e terrestri tra Grecia settentrionale e Peloponneso. La città ai piedi del massiccio roccioso dell'Acrocorinto, dove sorgeva un tempo l'acropoli della città dedicata ad Afrodite, ha dato il nome ad uno dei tre stili architettonici della classicità (il più recente dopo il dorico e lo ionico). I resti rimasti sono per lo più di epoca romana, salvo poche eccezioni tra cui le quali spicca il Tempio di Apollo in stile dorico, risalente al VI secolo a.C., i resti della basilica Iulia, la fontana di Pirene e il tempio di Ottavia. Su un terrazzo a nord dell'agorà sorgeva il famoso tempio arcaico di Apollo, di cui restano sette colonne doriche. Soprattutto tra il sec. VII e il VI a. C., Corinto fu uno dei più importanti centri artistici della Grecia, sede di affermati bronzisti e dei più antichi pittori.
Al periodo paleocristiano risalgono i resti di tre grandiose basiliche a tre navi, erette al di fuori delle mura: la basilica del Lecheo, dedicata al vescovo Leonida (sec. V), quella di Skutela, con battistero (inizi del sec. VI) e quella di Kranion, con martyrion a triconco. La città attuale venne ricostruita con pianta regolare a scacchiera dopo i terremoti del 1858 e del 1928.
Questa è la Corinto cosmopolita a cui scrive l'apostolo Paolo. Ai Corinzi, Paolo indirizzò due lettere: la prima venne scritta mentre egli si trovava ad Efeso, nel 55, mentre la seconda venne scritta dalla Macedonia intorno al 57 d.C. Dal contenuto del testo, si può dedurre che Paolo stesse rispondendo a delle domande poste dalla chiesa di Corinto per iscritto, nella prima contro l'orgoglio e le divisioni sorte nella prima comunità cristiana di Corinto; la seconda come ampia difesa della sua autorità apostolica dovuta alla presenza di alcuni forti suoi oppositori.
Micene fu un potente e maestoso regno che dominò sul Mediterraneo centrale.
Molte sono le leggende e gli antichi miti che riguardano questa imponente civiltà che sorse nell'antica Grecia. Così come la sua edificazione, fatta risalire dalla tradizione all'eroe leggendario Perseo, eroe semi-divino dell’antica Grecia, figlio del re degli Dei Zeus e di Danae. Costruita a quasi 280 metri sopra il livello del mare, le sue mura furono chiamate “Mura ciclopiche” poiché, stando alla tradizione, Perseo vi portò i mitici Ciclopi – giganti con un occhio solo – direttamente dall'Asia per aiutarlo a costruire le grandi mura fortificate in pietra megalitica. Ove domina la famosa “Porta dei Leoni”. Era l’ingresso principale alla città di Micene ed è una delle strutture più sofisticate costruite in tutta l’antichità. Vi sono rappresentati due maestosi leoni in piedi con le zampe poggiate ai piedi della colonna, e le teste – oggi mancanti – un tempo dovevano essere rivolte verso l’esterno.
Della città abbiamo poi visitato il museo, dove è esposta tra l'altro la famosa maschera d’oro attribuita al re di Micene Agamennone: rinvenuta dall’archeologo tedesco Heinrich Schliemann nel 1876, proprio in una di queste tombe, ed è sicuramente uno degli artefatti più famosi di tutto il mondo. E poi la tomba circolare di Agamennone, situata presso la Rocca di Micene.
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Corinto
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Micene