Luoghi di Terra Santa: Sebaste
04 novembre 2017
Nell'ultimo periodo ci siamo impegnati a raccontare di luoghi non sempre raggiunti dai pellegrinaggi in Terra Santa. Essi sono svariati e tutti meriterebbero attenzione per la loro storia e per cosa hanno rappresentato per il popolo ebraico: solo per fare due esempi, Gerico e Hebron. Ma molti altri...
In questa ultima tappa del nostro "pellegrinaggio ideale", dopo Bet Shean (Sintopolis) e Meghiddo, ci dirigiamo verso sud per raggiungere Sebaste in Samaria. Questo luogo è legato all'ultimo periodo di vita di Giovanni Battista prima della sua morte per decapitazione per ordine di Erode e volontà di Erodiade.
Prima un po’ di storia: città fondata nel 1880 a.C. da Omri, sesto re d’Israele, divenne in breve tempo capitale del regno settentrionale. Venne distrutta dagli Assiri nel 721 a.C. e ricostruita successivamente da Sargon il Grande. Ma è solo con Alessandro Magno nel 331 a.C. che rifiorisce in modo deciso dopo l’insediamento di una colonia macedone e la costruzione di potenti torri di difesa.
Dopo un breve dominio dei Tolomei e Seluecidi, è distrutta nel 107 a.C. dagli Asmonei guidati da Giovanni Ircano.
Durante il periodo romano è ricostruira da Pompeo nel 63 a.C. e nel 30 a.C. viene donata da Augusto ad Erode il Grande che ne fa una meravigliosa città romana con santuari, teatro, stadio, foro e una strada colonnata il tutto circondato da possenti mura. La città e chiamata Sebaste in onore dell’Imperatore, raggiunge il massimo sviluppo nel II e III sec. d.C.
Evangelizzata sin dall’epoca apostolica, diventa cristiana sotto Costantino e vi vengono erette due chiese.
Una, più piccolina, a sud della necropoli, dedicata al ritrovamento della testa di Giovanni il Battista, nel luogo ritenuto il suo carcere, secondo una tradizione cristiano-ortodossa. Dove sia andata realmente a finire la testa consegnata a Erodiade non è dato saperlo ma già dal IV secolo si cominciano a fare delle “invenzioni” o ritrovamenti di tale pretesa testa, tra cui Sebaste.
Di fatto presso l’acropoli fu innalzata una chiesa, mentre la chiesa grande della tomba rimaneva in basso ad oriente nella zona cimiteriale. Un documento ufficiale redatto verso l’anno 808, inventaria chiese e religiosi, a Samaria ricorda prima la chiesa del sepolcro e poi un’altra dove era il carcere. Quest’ultima, però, era stata innalzata circa tre secoli prima e i costruttori avevano reimpiegato molti elementi architettonici delle costruzioni pagane.
L’altra chiesa, sita nell'attuale villaggio, un tempo appena al di fuori dell’antica città romana, fu dedicata al sepolcro di San Giovanni Battista e dei profeti Abdia e Eliseo; trasformata poi in moschea dai mussulmani con il nome Jama'a Nabi Yahya, cioè la moschea del profeta Giovanni.
L’iniziale chiesa bizantina è rappresentata in un mosaico nella Chiesa di Santo Stefano in Umm Rasas in Giordania, dove sono riprodotte le città che anticamente si trovavano in questa regione. Il sito archeologico Umm Rasas oggi appartenente al patrimonio mondiale UNESCO, racchiude antiche rovine risalenti al periodo compreso fra il III e il IX secolo, di epoca romana, bizantina e dei primi secoli dell'espansione araba.
La maggior parte del sito non è ancora stata portata alla luce; ciò che è emerso comprende un accampamento militare ed alcune chiese, alcune delle quali presentano splendidi pavimenti a mosaico. Di particolare pregio è il mosaico della chiesa di Santo Stefano,
Rivediamo ora il racconto della morte di Giovanni tratto dal Vangelo di Marco e da "Antichità Giudaiche" di Giuseppe Flavio.
Marco 6:14-29
14 Il re Erode sentì parlare di Gesù, poiché intanto il suo nome era diventato famoso. Si diceva: "Giovanni il Battista è risuscitato dai morti e per questo il potere dei miracoli opera in lui". 15 Altri invece dicevano: "È Elia"; altri dicevano ancora: "È un profeta, come uno dei profeti".
16 Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: "Quel Giovanni che io ho fatto decapitare è risuscitato!".
17 Erode infatti aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata. 18 Giovanni diceva a Erode: "Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello". 19 Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva, 20 perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
21 Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea. 22 Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: "Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò". 23 E le fece questo giuramento: "Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno".
24 La ragazza uscì e disse alla madre: "Che cosa devo chiedere?". Quella rispose: "La testa di Giovanni il Battista". 25 Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: "Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista". 26 Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto. 27 Subito il re mandò una guardia con l'ordine che gli fosse portata la testa. 28 La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre.
29 I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.
Anche Giuseppe Flavio nelle sue “Antichità Giudaiche” al Libro XVIII (116-119) racconta l’episodio:
“Vendicato l’uccisione di Giovanni soprannominato il Battista. Erode infatti mise a morte quel buon uomo che spingeva i Giudei che praticavano la virtù e osservavano la giustizia fra di loro e la pietà verso Dio a venire insieme al battesimo; così infatti sembrava a lui accettabile il battesimo, non già per il perdono di certi peccati commessi, ma per la purificazione del corpo, in quanto certamente l’anima è già purificata in anticipo per mezzo della giustizia. Ma quando si aggiunsero altre persone - infatti provarono il massimo piacere nell'ascoltare i suoi sermoni - temendo Erode la sua grandissima capacità di persuadere la gente, che non portasse a qualche sedizione - parevano infatti pronti a fare qualsiasi cosa dietro sua esortazione - ritenne molto meglio, prima che ne sorgesse qualche novità, sbarazzarsene prendendo l’iniziativa per primo, piuttosto che pentirsi dopo, messo alle strette in seguito ad un subbuglio. Ed egli per questo sospetto di Erode fu mandato in catene alla già citata fortezza di Macheronte, e colà fu ucciso”. (Ant. XVIII, 116-119).
Alcune sottolineature sul Santuario della Tomba del Battista in Sebaste:
- I resti del complesso fortificato di Macheronte si trovano molto più a sud di Sebaste, al di là del Giordano ed è uno dei siti più interessanti della Giordania. Ebbe, tutto sommato, vita breve: fatto edificare non lontano dalla sponda orientale del Mar Morto intorno al 90 a.C. dal re asmoneo Alessandro Janneo, fu distrutto dai Romani nel 57 a.C.
Venne ricostruito da Erode sia come residenza estiva sontuosa e sicura, che come difesa contro i vicini Nabatei. Giuseppe Flavio vi colloca la prigione e il luogo di decapitazione di Giovanni Battista e descrive la solidità e l'eleganza del luogo: Erode “costruì delle mura attorno alla sommità ed eresse delle torri agli angoli, ciascuna alta 90 piedi. Al centro di questa recinzione costruì un palazzo che toglieva il respiro per dimensioni e bellezza”.
Venne rasa al suolo meno di due secoli dopo, nell'anno 72, dalle truppe romane nel periodo della prima rivolta giudaica. Pochi decenni più tardi il tramonto definitivo della roccaforte.
- Alla morte di Giovanni, è molto presumibile che suoi discepoli lasciarono la Tetrarchia e si allontanarono da Gerusalemme per evitare ulteriori persecuzioni. La Samaria era, in quel periodo, una zona molto frequentata dai Battisti, i seguaci di Giovanni. E probabilmente là portano i suoi resti.
- La prima menzione inerente alla tomba del Battista a Samaria ce la dà Rufino di Aquileia nel "Enchiridion" quando descrive la reazione pagana contro i cristiani avvenuta nel 361-362 sotto Giuliano l’Apostata. In quel tempo i pagani dettero fuoco alla tomba e cercarono di disperderne le ceneri. Un monaco del monastero dell’abate Filippo, che si trovava in Gerusalemme, riuscì però a sottrarne delle reliquie.
- Restano dubbi circa l’autenticità della tomba in Sebaste ma a confermarne l’ipotesi resta il fatto che è stato riconosciuto come luogo di venerazione costante nel tempo e non lo sarebbe stato altrimenti. Inoltre i pagani non si sarebbero di certo accaniti contro tale tomba se l’avessero creduta una cosa inventata di recente o relativa a una sepoltura di una personalità non prestigiosa.
- Altra obiezione riguarda la sepoltura che coincide con quella dei profeti Abdia ed Eliseo. Ma era possibile seppellire Giovanni in una tomba di profeti? Sembra di sì, in quanto anche Giovanni era reputato un profeta e le tombe ebraiche non dovevano essere molte in una città dall'aspetto pagano.
La costruzione attuale ha una pianta molto trasformata. Ma una porta di pietra, simile a quelle delle Tombe dei Re a Gerusalemme, giace a sinistra dell’entrata a testimonianza di un periodo più antico del bizantino.
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