El Salvador: p. Cosma Spessotto beato
22 gennaio 2022
Oggi è il grande giorno della beatificazione di Padre Cosma Spessotto. Originario di Mansuè in provincia di Treviso, è divenuto il primo beato «martire» della diocesi di Vittorio Veneto, per il suo impegno missionario e per la sua morte. Oggi 22 gennaio, a San Salvador (nel Paese latinoamericano di El Salvador) si è tenuta la cerimonia di beatificazione di quattro martiri, nella piazza del Divino Salvatore del mondo, presieduta, in rappresentanza di papa Francesco, dal cardinale Gregorio Rosa Chávez, vescovo ausiliare di San Salvador. Alla celebrazione hanno partecipato 25 vescovi e circa 600 sacerdoti, assieme, nel rispetto delle norme anti contagio, a cinquemila persone, in rappresentanza di tutte le parrocchie del Paese. Sano stati beatificati padre Cosma Spessotto, padre Rutilio Grande, Manuel Solorzano e Nelson Lemo.
Alla celebrazione hanno partecipato il vescovo di Vittorio Veneto Mons. Corrado Pizziolo, don Ugo Cettolin, parroco di Mansuè e Basalghelle, padre Mario Favretto, rettore del Santuario della Madonna dei Miracoli di Motta di Livenza e una rappresentanza dei familiari di padre Spessotto (Maria Rita e Michela Spessotto, Sante e Giovanni Tellan, Renata Zussa).
La figura di Padre Cosma è ancora viva nei fedeli...
Dopo tanti anni a El Salvador la figura di Padre Cosma è ancora viva e molti fedeli che continuano a pregare sulla sua tomba. «Padre Cosma – lo ricorda don Ugo Cettolin, parroco di Mansuè - è un martire che ha dato la vita per aiutare e dare conforto a tutti, a prescindere da appartenenze politiche. Per questo è stato ucciso, perché la sua opera dava fastidio». Una missione quella di padre Spessotto che è presente anche nella diocesi di Vittorio Veneto: nel santuario mariano di Motta di Livenza, infatti, sono conservati il messalino bagnato dal suo sangue e il suo crocifisso di missionario.
La vita
Nato il 28 gennaio del 1923 in una famiglia numerosa a Mansuè, sente nel proprio cuore fin da giovanissimo la chiamata del Signore. A 12 anni entra nel seminario francescano. Il 27 giugno del 1948, giorno in cui si celebra la Festa della Madonna del Perpetuo Soccorso, viene ordinato sacerdote nella Basilica della Madonna della Salute a Venezia.
Affida il suo sacerdozio a Maria ed esprime il desiderio di partire come missionario per la Cina. Ma la situazione politica lo impedisce e nel 1950 salpa dal porto di Genova per El Salvador. Prima di arrivare in questo Paese del Centro America, all’epoca uno dei più poveri della regione, trascorre 20 giorni scanditi dalla preghiera in compagnia di altri missionari – tutti giovani – decisi a servire Dio e ad annunciare il Vangelo.
Per 27 anni, fino al martirio, è parroco a Nonualco. Quando arriva in Salvador in questa località incastonata tra le montagne, trova una chiesetta fatta di mattoni e paglia. Fa costruire la nuova chiesa e fonda la scuola parrocchiale per oltre mille bambini. Organizza corsi di taglio e cucito per le donne del paese e visita spesso i villaggi intorno alla sua parrocchia. A tutti ripete che la vocazione di ogni cristiano è quella di farsi santo. In quegli anni il Salvador, lacerato da una guerra civile, è scosso dalla violenza. Padre Cosma aiuta tutti indistintamente e indipendentemente dalla loro appartenenza politica. Si oppone ad ogni tentativo di strumentalizzazione. Gli unici suoi autentici riferimenti sono il Vangelo e il prossimo bisognoso di aiuto e di ricevere la Parola del Signore. Non si piega ad alcuna pressione. Per questo, viene ucciso da due sicari il 14 giugno 1980, lo stesso anno del martirio dell’allora arcivescovo di San Salvador, monsignor Oscar Romero, proclamato santo da papa Francesco nel 2018, ucciso nel marzo del 1980 per il suo impegno nel denunciare le violenze della dittatura militare di El Salvador che in quegli anni, funestava il piccolo Stato dell’America Centrale.
L’omicidio di padre Cosma avviene mentre era in chiesa pochi minuti prima della Messa. È un evento drammatico che il missionario francescano aveva già previsto. «Ho il presentimento - scriveva padre Cosma qualche giorno prima di morire - che da un momento all’altro persone fanatiche mi possano togliere la vita. Il Signore, nel momento opportuno, mi conceda la forza per difendere i diritti di Dio e della Chiesa. Morire martire sarebbe una grazia che non merito. Lavare con il sangue versato per la causa di Cristo tutti i miei peccati, difetti e debolezze della vita passata sarebbe un dono gratuito del Signore. Già da questo momento, perdono e domando al Signore la conversione degli autori della mia morte».
beato Cosma Spessotto: proclamazione solenne
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